Con la deposizione dei fiori e gli interventi delle autoritĂ cittadine, la comunitĂ di Canosa di Puglia ha ricordato ed onorato la memoria di Paolo Borsellino, il giudice siciliano, componente del pool antimafia che venne assassinato il 19 luglio 1992, a Palermo, in via D’Amelio, insieme a cinque agenti della scorta: Agostino Catalano, Emanuela Loi, Claudio Traina, Vincenzo Li Muli, Eddie Walter Cosina. Paolo Borsellino insieme all’amico e collega Giovanni Falcone, anch’egli ucciso da Cosa Nostra, 57 giorni prima nell’attentato di Capaci, è considerato una delle figure di spicco della guerra alla criminalitĂ organizzata in Sicilia. Alla 33esima commemorazione della strage di Via D’Amelio, il Rotaract Club Canosa di Puglia, rappresentato dal past president Luca Del Vento, il Rotary Club Canosa con Marco Tullio Milanese ed il past president Enzo Princigalli e gli altri soci, si sono adunati nella mattinata odierna presso Via Paolo Borsellino prima, e poi, in Piazza Emanuela Loi, per celebrare la triste ricorrenza, alla presenza delle pattuglie della Polizia di Stato e della Polizia Locale e delle autoritĂ tra le quali l’europarlamentare Francesco Ventola, l’assessore al patrimonio Luiigi Santangelo, attraverso momenti di riflessione e meditazione. «La strage di via D’Amelio ha impresso un segno indelebile nella storia italiana ». Ha dichiarato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in questa tragico anniversario: «La morte di Paolo Borsellino e degli agenti della sua scorta – Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina – voluta dalla mafia per piegare le istituzioni democratiche, a meno di due mesi dall’attentato di Capaci, intendeva proseguire, in modo eversivo, il disegno della intimidazione e della paura. La democrazia è stata piĂą forte. Gli assassini e i loro mandanti sono stati sconfitti e condannati. In questo giorno di memoria, la commozione per le vite crudelmente spezzate e la vicinanza ai familiari delle vittime restano intense come trentatrĂ© anni or sono. Il senso di riconoscenza verso quei servitori dello Stato che, con dedizione e sacrificio hanno combattuto il cancro mafioso, difendendo libertĂ e legalitĂ , consentendo alla societĂ di reagire, è imperituro. Le vite di Paolo Borsellino e di Giovanni Falcone sono testimonianza e simbolo della dedizione dei magistrati alla causa della giustizia. Borsellino non si tirò indietro dal proprio lavoro dopo la strage di Capaci. Continuò ad andare avanti. Onorare la sua memoria – conclude il presidente Mattarella – vuol dire seguire la sua lezione di dignitĂ e legalitĂ e far sì che il suo messaggio raggiunga le generazioni piĂą giovani». Fare memoria della storia è un gesto doveroso e significativo, finalizzato a connettere la comprensione del passato con il futuro che si intende costruire, alimentando la responsabilitĂ civile per generare nel quotidiano un impegno costante e diffuso a favore dei valori della legalitĂ , della giustizia e della solidarietĂ .







































