Guardando alla serie della temperatura dal 1961 (anno di inizio delle elaborazioni del Rapporto), a partire dal 2000 le anomalie sono state quasi sempre positive nel 2024 e tutti i mesi dell’anno sono risultati più caldi della media di riferimento. Su base stagionale, l’anomalia positiva più elevata è stata registrata in inverno, che, con +2,18°C sopra la media, si colloca al primo posto fra i più caldi della serie storica.
Analogamente alla temperatura dell’aria, la temperatura superficiale dei mari italiani nel 2024 si colloca al primo posto della serie, con un’anomalia di +1,24°C rispetto alla media climatologica 1991-2020 (quasi 0,3°C superiore al precedente record del 2022). A partire dal 2007 le anomalie sono state sempre positive, con l’eccezione del 2010. Le anomalie medie sono state positive in tutti i mesi del 2024, con massimi ad agosto (+2,16°C) e luglio (+1,74°C).
Le precipitazioni cumulate annuali in Italia nel 2024 sono state complessivamente superiori alla media climatologica 1991-2020 di circa l’8%. L’anomalia di precipitazione è stata positiva al Nord (+38%), dove il 2024 ha rappresentato il secondo anno più piovoso della serie storica, prossima alla media al Centro e negativa al Sud e Isole (-18%). I mesi relativamente più secchi sono stati novembre (-71%), normalmente tra quelli più piovosi, e luglio (-35%), mentre i mesi con l’anomalia di pioggia più elevata sono stati febbraio (+85%) e marzo (+72%). L’analisi su base stagionale indica che l’estate è stata meno piovosa rispetto alla norma (-12%), mentre le altre stagioni sono state più piovose della media di riferimento.
L’indice CDD-Consecutive Dry Days, che rappresenta il numero massimo di giorni asciutti consecutivi nell’anno, ha fatto registrare valori elevati su gran parte della Sardegna e della Sicilia, dove si sono avuti fino a 146 giorni secchi consecutivi. Mediamente, su scala annuale, quasi il 50% dell’Italia (prevalentemente Sud Italia e Isole maggiori) è stato colpito da siccità, da estrema a moderata, per effetto combinato della riduzione di precipitazione e dell’aumento della quota di evapotraspirazione dovuto alle alte temperature. A livello nazionale, grazie all’abbondanza di piogge al Nord, la disponibilità di risorsa idrica, stimata in 157,9 miliardi di metri cubi, è tornata a valori superiori alla media annua storica (+18,3%), sebbene rimanga negativo il trend dal 1951 a oggi.



































