L’eurodeputata Ceccardi (Lega) ha portato Canosa di Puglia su tutte le testate nazionali, purtroppo non per meriti, ma per uno scivolone imbarazzante. Nei giorni scorsi, infatti, l’onorevole leghista ha utilizzato una foto della nostra storica processione del Sabato Santo per farne propaganda politica, dal chiaro stampo razzista e discriminatorio. Ancora una volta questa destra dimostra quanto la sua comunicazione sia becera, superficiale e populista. Il loro unico obiettivo è alimentare paure, costruire nemici immaginari e fomentare l’odio. È la loro strategia da sempre: agitare le folle contro nemici immaginari e proporre soluzioni che poi non rispettano nemmeno loro stessi. Un esempio lampante è stata la campagna elettorale che li ha portati al governo: hanno gridato al “nemico immigrato” promettendo blocchi navali e soluzioni drastiche. Ma dopo tre anni di governo Meloni, gli sbarchi continuano a essere in aumento, è il secondo governo con più sbarchi della storia repubblicana. Insomma, solo slogan, zero risposte concrete. Lo scivolone della Ceccardi non è un caso isolato, ma la prova tangibile di un metodo: non cercare soluzioni, ma alimentare propaganda. Una canzone salentina dice: “Se nu te scerri mai de le radici ca tieni, rispetti pure quiddhre de li paisi luontani.” Che significa: “Se non ti dimentichi mai delle tue radici, allora rispetti anche quelle dei Paesi lontani.” Ma nella cultura di questa destra, di radici non sembra esserci traccia. Forse non ci sono mai state. E questa ignoranza diventa terreno fertile per la crescita dell’odio e della discriminazione. Per questo, l‘onorevole Ceccardi deve delle scuse: a Canosa, alle canosine e ai canosini, e alla nostra tradizione. E a chi si riempie la bocca di patriottismo e amore per le tradizioni, chiediamo: dove siete adesso? Non riducete la nostra storia a un semplice slogan da sbandierare in campagna elettorale.
Pasquale Alfieri, Coordinatore cittadino +Europa
