La Parrocchia Concattedrale Basilica di San Sabino di Canosa di Puglia, retta da Mons. Felice Bacco, figura nella graduatoria della Regione Puglia dei soggetti ammissibili a finanziamento – categoria 1 – che ne hanno fatto domanda di partecipazione. Si tratta di un progetto presentato per il completamento di opere di restauro, risanamento conservativo ed allestimento di Palazzo Fracchiolla Minerva – Museo dei Vescovi per un importo di € 998.700,35 ammissibile a finanziamento . Da pochi giorni è stato reso noto sul sito della Regione Puglia l’esito dell’avviso per la valorizzazione e la fruizione dei Beni Ecclesiastici. Complessivamente sono 48 i progetti ammessi: 18 sono in Provincia di Bari, 10 in Provincia di Foggia, 8 in Provincia di Lecce, 6 nella provincia Barletta Andria Trani (tra i quali quello della Parrocchia Concattedrale Basilica di San Sabino di Canosa di Puglia), 3 in Provincia di Brindisi, 3 in Provincia di Taranto. L’avviso, che prevedeva inizialmente una dotazione finanziaria di 20 milioni di euro, è stato implementato, lo scorso 6 luglio, a 40 milioni.
“Abbiamo lavorato per recuperare ulteriori risorse – ha dichiarato l’assessore regionale Loredana Capone – la partecipazione era troppo significativa per non tenerne conto. Questo vuol dire che il messaggio è arrivato forte e chiaro e che la Puglia ha riconosciuto nei beni ecclesiastici un’opportunità per tutti. Perché al di là della personale inclinazione religiosa il patrimonio ecclesiastico è a tutti gli effetti patrimonio culturale pubblico. Non era un bando semplice, per candidarsi occorreva presentare un progetto di fruizione adeguandosi a precisi standard europei. Per questo, d’intesa con gli uffici regionali, abbiamo promosso incontri su tutti i territori. Abbiamo incontrato vescovi, progettisti e operatori, riscontrando grande collaborazione, competenza, entusiasmo, e questi, oggi, sono i risultati. Uno degli strumenti più significativi della strategia SMART IN – ha aggiunto – per il quale ci siamo spesi con la Commissione europea chiedendo la modifica del regolamento che escludeva il patrimonio ecclesiastico dai finanziamenti per il restauro e la valorizzazione degli immobili culturali. E la nostra proposta è stata accettata”.
“Un patrimonio vissuto – ha concluso l’assessore – si degrada meno e assolve alla funzione di creare capitale culturale, promuovere inclusione, integrazione, valorizzazione. E questo vale per le biblioteche, i teatri, i musei, i cinema, e vale anche per i beni ecclesiastici che con le competenze e i talenti di tanti giovani professionisti del settore possono arricchire la conoscenza e la consapevolezza di cittadini e turisti visitatori”.
L’avviso era rivolto agli Enti ecclesiastici, appartenenti a qualunque confessione religiosa, e sosteneva interventi per il recupero e la funzionalizzazione di infrastrutture materiali del patrimonio, nel rispetto dello sviluppo ambientale e sostenibile, e il potenziamento dell’offerta di servizi culturali, attraverso la realizzazione di laboratori, l’adeguamento tecnologico, la creazione di strutture di servizio per la fruizione dei beni destinate alle collettività locali e ai turisti.







































